Daniele Comboni, l’uomo che ha cambiato l’Africa

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L’Africa è un immenso continente che conosce da molti anni una crescita continua di cristiani. Il cristianesimo porta con sé un nuovo modo di vedere Dio, e di conseguenza l’uomo, la natura, il lavoro…

Eppure ancora oggi molti dei mali dell’Africa rimangono quelli di un tempo. Mali che originano, be più che dalle colpe di molti occidentali, certamente presenti, soprattutto dalla religione e dalla cultura africana animista. Continue reading “Daniele Comboni, l’uomo che ha cambiato l’Africa”

GIORGIO CASTRIOTA SKANDERBEG – PADRE DELL’ALBANIA

elmo_scanderbeghL’elmo di Skanderberg

Condottiero militare e stratega albanese, vissuto nel XV secolo, può essere considerato uno dei maggiori difensori dell’Occidente cristiano contro l’avanzata dei Turchi nonché come l’artefice dell’Albania come stato unitario.

Infanzia e giovinezza: rapito dai turchi e convertito all’Islam

Nato intorno al 1405, Giorgio Castriota apparteneva a una famiglia feudale tra le più importanti dell’Albania che a quei tempi doveva fare i conti con l’avanzata ottomana. Fu rapito dai turchi, ad un’età che varia a seconda delle fonti dai 3 ai 9 anni, insieme ai fratelli, secondo la pratica del devshirme (dal turco, “raccolta”) cioè una tassa del sangue per cui i turchi requisivano bambini o giovani delle popolazioni conquistate per inserirli nell’esercito o nell’amministrazione.

Arrivato alla corte del sultano ad Edirne (l’antica Adrianopoli), Giorgio fu convertito all’Islam ed emerse per le sue notevoli capacità tattiche e militari, tanto da guadagnarsi il soprannome di Iskender Bej – che diventerà poi Skenderbeu in albanese, da cui Skanderbeg – cioè principe (o signore) Alessandro, con riferimento ad Alessandro Magno.

Ottenne molti successi militari tra le fila ottomane, ottenendo la stima del sultano Murad II che nel 1443 gli assegnò la guida dell’esercito contro i cristiani guidati da Janos (Giovanni) Hunyadi, reggente d’Ungheria.

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SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO

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La vita di un giurista diventato francescano in seguito ad un’apparizione di San Francesco. Divenuto instancabile predicatore in Italia ed in Europa, morirà di peste dopo aver partecipato, a Belgrado, alla battaglia contro i Turchi Ottomani.

La formazione e l’attività giuridica

Nato a Capestrano nel 1386, figlio di una donna del luogo e di un barone straniero, probabilmente tedesco o comunque di area germanica, come fa pensare anche il soprannome “Giantudesco” che gli fu messo dai compaesani.

Rimasto prestissimo orfano di padre si reca a studiare Diritto a Perugia intorno al 1405. Si trasferisce a Napoli dove intraprende la carriera di magistrato alla corte e del re Ladislao di Durazzo. Questi ottenuta la città di Perugia, vi invia proprio il Capestrano come magistrato nel 1412.

Ma quelli erano anni di grande instabilità: nel 1414 muore re Ladislao ed è Carlo Malatesta signore di Rimini che prende il potere a Perugia, mentre il Capestrano, che si stava recando a trattare la pace, è imprigionato da alcuni nobili locali nel vicino castello di Brufa.

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Un libro per conoscere la storia della Chiesa

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Non sono molti i libri che affrontano la storia della Chiesa dei primi secoli, analizzando come essa abbia mutato il modo di percepire la vita, il mondo, le persone, rispetto al mondo antico.

Indagine sul cristianesimo, 3 edizioni (2 per Piemme-Mondadori e 1 per La fontana di Siloe), è una di queste: linguaggio semplice e ricca documentazione per un percorso che aiuta a capire la “rivoluzione” cristiana, anche in relazione alle culture che ancora oggi Continue reading “Un libro per conoscere la storia della Chiesa”

Lutero, “leccapiedi della monarchia assoluta” (F. Engels) e massacratore dei contadini

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“Se puniamo i ladri con la spada e gli assassini con la corda…perchè allora non attacchiamo questi perniciosi maestri di corruzione che sono papi, cardinali, vescovi e l’orda della romana Sodoma, con tutte le armi e non ci laviamo le mani nel loro sangue?”.

Così scriveva Lutero nei confronti dei suoi avversari cattolici. Ma la sua foga, purtroppo, andava e veniva, e i suoi nemici, da uccidere senza pietà, mutavano a seconda dei tempi e delle esigenze. Potevano essere i cattolici, ma anche gli ebrei (vedi il suo “Degli ebrei e delle loro menzogne”;), oppure, in altra occasione, i contadini. Sono loro a venir definiti da Lutero “anime dannate”, “bande diaboliche” da sterminare senza pietà, uno per uno.

Il grande storico del nazismo, il protestante William Shirer, Continue reading “Lutero, “leccapiedi della monarchia assoluta” (F. Engels) e massacratore dei contadini”

I “semi” luterani nell’assolutismo e nel totalitarismo

Il massacro di San Bartolomeo

Si avvicinano i Cinquecento anni dall’affissione delle famose tesi di Martin Lutero. Sarà allora interessante ricordare cosa significò la riforma protestante, anche dal punto di vista politico.

Per farlo la Nuova BQ ha intervistato il professor Rocco Pezzimenti, laureato in Scienze Politiche ed in Filosofia, già docente presso la Facoltà di Scienze Politiche della LUISS e all’Università degli Studi del Molise. Oggi Pezzimenti è Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Politiche e delle Lingue Moderne della Lumsa. Continue reading “I “semi” luterani nell’assolutismo e nel totalitarismo”

Il cardinal Walter Kasper legge Lutero

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E’ uscito, recentemente, un libro del cardinale tedesco Walter Kasper, dedicato a Martin Lutero: Martin Lutero. Una prospettiva ecumenica (Queriniana).

Si tratta di un saggio breve, ma denso, che pur partendo da una certa simpatia per il monaco tedesco, definito capace di “un fascino addirittura magnetico”, ammette in vari punti, onestamente, la verità storica. Che è questa: per quanto si voglia romanzare o alterare la storia, Martin Lutero, quello vero, il personaggio storico e riformatore religioso, con l’ecumenismo non ha nulla a che fare.

Scrive Kasper, a pagina 11: “Lutero non fu una persona ecumenica. Verso la fine della sua vita egli non ha più ritenuto possibile una riunificazione con Roma“.

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