Isabella di Castiglia, protettrice degli Indios e nemica della schiavitù

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Isabella di Castiglia è, con suo marito Ferdinando, la donna che ha “fondato” la Spagna moderna (mentre si può dire che è stata un’altra donna, Giovanna d’Arco, a fondare la Francia moderna).

Fu anche la donna che volle appoggiare le richieste di Cristoforo Colombo, per il suo lungo viaggio verso le Indie e la Cina, concedendogli le tre celebri caravelle.

Ma cosa fece Isabella quando Colombo tornò dalle Indie con degli indios come schiavi? Quale fu il suo atteggimanento verso la schiavitù (che pochi decenni dopo avrebbe fatto la fortuna di Elisabetta d’Inghilterra)?

Quando Cristoforo Colombo torna da uno dei suoi primi viaggi in Spagna con degli indios schiavi, la regina non esita a intimargli di ridare la libertà ai prigionieri.

Il 16 settembre 1501 Isabella firma a Granada una Istruzione per il governatore delle Indie, Nicolas de Ovando, affinché protegga in ogni istante i diritti degli indigeni dai soprusi spagnoli. Invita poi a convertire quei popoli «senza esercitare su di loro alcuna costrizione».

Il 30 ottobre 1503, in una lettera recentemente ritrovata (vedi documento sotto), di cui putroppo non si conosce il destinatario, scrive: «Sappiate che il re nostro signore e io… abbiamo ordinato che nessuna delle persone da noi mandate a dette terre osino prendere o catturare alcun indios per essere portato nei miei regni, né per essere portato in nessuna altra parte e che non venga fatto nessun danno a persone o a beni, e chiediamo che tutti gli indios che sono stati catturati vengano rimessi in libertà»

 

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